La Leggenda di Rebeccu

La storia di Rebeccu ruota intorno alla sacra fonte di Su Lumarzu e al profumo della menta. Il paese in provincia di Sassari se in antichità è ricordato come un luogo attivo e fiorente, nel corso dei secoli ha rapidamente tramutato questa sua immagine accogliente. Ha avuto un calo di abitanti, coloro che lentamente han fatto armi e bagagli lasciando le proprie dimore incustodite. Sempre meno erano i nati, sempre più coloro che migravano da Rebeccu. Ma perché è accaduto questo?
La motivazione è data dalla leggenda che aleggia nel sassarese. E pare che ad aleggiare non sia solo una leggenda, ma anche una maledizione. Motivo per cui la frazione di Bonorva non si sia più ripopolata.

Sarebbe stata la figlia del re, da cui prende nome il paesino, Re vecchio, a scagliare una maledizione sulla sorgente Su Lumarzu.
L’insediamento che precedeva l’epoca nuragica aveva trovato un terreno fertile proprio intorno alla sorgente, probabilmente poi motivo per il quale la civiltà fosse sorta intorno ad essa. Con la maledizione di Donoria fu sempre più difficile vivere in questo luogo. L’aria si riempì di angoscia, e nonostante l’aspetto sereno del paese c’era quella nota stonata amara che rendeva la sopravvivenza a Rebeccu impossibile.
Il motivo per cui la dolcissima Donoria divenne improvvisamente malvagia è legato, come spesso accade, alle vicende amorose. Innamorata di un altro uomo decise di imporsi contro suo padre il re lasciando il promesso sposo.
Il suo comportamento fu imperdonabile, ed il re cacciò, seppure a malincuore, dalla cittadina sua figlia. Un affronto del genere non poteva passare impunito, neppure se a compierlo era Donoria. Legata ad un mulo per essere trascinata via da casa si ritrovò ad abbandonare Rebeccu in modo mortificante. La donna, ormai incattivita, vide la sua stessa casa bruciare mentre legata all’animale non poteva più fare nulla per rimediare.
…o forse si.

Allora lanciò la maledizione “Rebeccu, Rebecchei da is trinta domos non movei” ovvero “Rebeccu, Rebecchesi, dalle trenta case non vi muovete”. Da allora tra diverse epidemie sempre più abitanti lasciavano le loro case al richiamo dell’anatema.
Altre case invece sono diventate letteralmente la tomba di alcuni abitanti, sepolti sotto quelle abitazioni, ancorati nelle loro dimore. Sopra le case abbandonate ormai ricoperte di vegetazione è forte l’odore di menta, dovuta all’erba spontanea. Questa si è pian piano radicata sopra un paese che ha tutto l’aspetto di un cimitero. Il prevalente odore della menta quindi è ormai legato ai defunti del paese di Rebeccu.
La maledizione vista da un altro punto di vista, colpì soprattutto l’acqua della fonte da cui si abbeverava il re, che da giovane e gradevole divenne presto vecchio, probabilmente sia per il dolore dell’allontanamento di Donoria, sia per la sorgente ormai “avvelenata” dal suo incantesimo.
Si tratta solo di una manciata di case i cui abitanti hanno lentamente lasciato avvolti dalla tristezza che quel posto ormai procurava. Pare che fino a pochi anni fa fosse rimasto solo un cittadino, circondato da molti gatti, ma che siano andati via prima questi… e infine lui.
Ad essere viva lì ormai è solo la fonte incantata di Su Lumarzu.

– Shissandra

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.